In Europa 1 paziente su 10 che si sottopone a chirurgia protesica dell’anca è obeso.
L’obesità è un fattore di rischio sia per lo sviluppo dell’artrosi d’anca, che porta all’intervento di protesi, sia per il rischio di complicanze dopo l’intervento di protesi d’anca. Questo è quanto emerge dai dati riportati dagli esperti al 17° Congresso EFORT di Ginevra che si sono incontrati per discutere sulle soluzioni possibili per ridurre i fattori di rischio e per garantire procedure di successo per la protesi d’anca.
Le problematiche più serie per i pazienti obesi che affrontano un intervento di protesi d’anca o di ginocchio sono legate all’anestesia – spiega il dottor Umberto Fusco. – Infatti, se per qualche motivo non è possibile effettuare l’anestesia periferica, cioè l’anestesia spinale, il rischio di un’anestesia generale è che al risveglio il paziente fatichi a riprendere il respiro spontaneo.
Altri rischi di complicanze postoperatorie generali come trombosi venosa profonda, embolia polmonare sono dovuti al fatto che i pazienti obesi si mobilizzano, cioè si muovono, dopo l’intervento con più difficoltà perchè hanno un rapporto peso/forza sfavorevole.
Esistono protesi speciali per i pazienti obesi?
“Non esistono protesi per pazienti obesi e, personalmente non condivido l’utilizzo del cemento antibiotato, cioè con antiobiotico, anche perché la tendenza é di usare protesi non cementate nella chirurgia protesica dell’anca. Più che di protesi speciali, la programmazione dell’intervento deve essere molto accurata nella fase del pre-ricovero con un’attenta valutazione da parte del diabetologo, dell’anestesista che può prevedere un ricovero in rianimazione dopo l’intervento per prevenire ogni problema post-anestesia, per esempio, del fisiatra per la riabilitazione e naturalmente dell’ortopedico.
Quanto è importante perdere peso per la riuscita dell’intervento?
Certamente é importante che il paziente capisca quanto siano importanti sia il calo di peso sia l’intervento di protesi per la risoluzione del suo problema – continua il dottor Fusco. – Pertanto bisognerebbe cercare di indirizzare prima di tutto il paziente in un centro ospedaliero dell’obesità dove affrontare seriamente il problema, suggerendogli che il dolore alle articolazioni deve essere sfruttato come motivazione per dimagrire. Infatti, in alcuni casi già con una dimuzione di peso il paziente trova un drastico miglioramento del dolore, dal momento che una buona parte di pazienti si presenta dall’ortopedico in fasi non particolarmente avanzate di degenerazione articolare ed é proprio l’enorme sovrappeso che scatena il dolore.