Frattura di femore

INTERVENTI

La frattura di femore

Cos'è e come si presenta

La frattura del femore è tra le fratture più frequenti. Provocata spesso da cadute accidentali o scivolamento, si stima che ogni 20 secondi una persona nel mondo si fratturi il femore. Nel 90% dei casi, i pazienti hanno più di 60 anni e tra questi, le donne hanno un rischio maggiore di frattura del femore a causa dell’osteoporosi che rende più fragili le ossa. Inoltre, tenendo conto dell’aumentata età media della popolazione, grazie a migliori stili di vita e dell’alimentazione, ma anche ai farmaci, si stima che in Italia nel 2050 gli over 65 saranno il 34% rispetto al 20% attuale, mentre gli over 85 raddoppieranno dall’attuale 4% fino all’8%. Si tratta di dati che fanno stimare un numero di fratture di femore tre volte più alto rispetto a quello odierno di 2.000.000 (nel 2050 la stima è pari a 6.600.000 nel mondo). Pertanto, il rischio che capiti una frattura di femore è più elevato di quello stimato per il tumore di seno, utero, ovaio, prostata.

 

Le fratture di femore si possono verificare in diversi punti dell’osso femorale e sulla base della localizzazione prendono nomi differenti e richiedono interventi di tipo differente, talvolta con protesi di anca totale o parziale.

 

Le sedi più frequenti di frattura del femore sono:

  • testa femorale (la parte tondeggiante del femore che si inserisce nel bacino e forma l’articolazione dell’anca)
  • collo del femore: si chiama anche frattura di femore sottocapitata. E’ una frattura frequente che avviene nella parte più alta dell’osso chiamata collo femorale che collega la testa del femore all’osso (la parte lunga del femore)
  • regione trocanterica (la parte più esterna e curva del femore che si trova sotto al collo femorale).

 

Le fratture del femore, in genere danno dolore acuto che si può irradiare fino al ginocchio, con difficoltà a camminare.

Come si fa la diagnosi di frattura del femore?

La diagnosi si effettua con radiografie (RX), raramente anche risonanza magnetica (RM). Se una frattura non è visibile nelle radiografie, ma c’è il sospetto clinico viene eseguita una RM.

In caso di frattura del femore nell’anziano, è sempre necessario l’intervento?

Una frattura di femore non trattata con intervento chirurgico espone il paziente a un aumentato rischio di osteonecrosi della testa del femore e artrosi. La stragrande maggioranza delle fratture più frequenti (in particolare le fratture sottocapitate) del femore richiede l’intervento chirurgico di riduzione e protesi dell’anca. L’obiettivo è ridurre il dolore, evitare l’allettamento del paziente anziano e di conseguenza anche il rischio di gravi complicanze come la trombosi venosa profonda, ulcere da decubito, polmoniti da stasi.
L’utilizzo di protesi particolari di dimensioni più lunghe, chiamate da revisione, in pazienti anziani con osteoporosi permette di far tornare il paziente a camminare subito dopo l’intervento, evitando così tutte le complicanze dell’allettamento nell’anziano. Inoltre, durante la pandemia di COVID-19 si è reso necessario i tempi di ricovero delle persone operate: abbiamo visto che anche negli anziani operati per frattura di femore, il ritorno a casa precoce, a 2-3 giorni dall’intervento, ha favorito un migliore recupero funzionale e psicologico dopo l’intervento.

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Dottor Umberto Fusco

Primario della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Tradate (VA) dal luglio 1998.

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